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Tutte le mie ricette vegetali

Ravioli al cacao ripieni di zucca gialla e patate

Ravioli al cacao ripieni di zucca gialla e patate con noci e olio alla curcuma (ho riscritto il nome della ricetta qui perché secondo Google è troppo lungo :P)

Ciao a tutti! Lo so che è da un po’ di tempo che mi sentite silenziosa. Non è che non sto cucinando, ma sono stata lontana dal computer e gestire il blog da iPad o iPhone non è così agevole. Oggi però voglio condividere con voi una ricetta che preparerò domani per degli amici che verranno a mangiare da me. E’ una ricetta ancora un po’ invernale, e la preparerò proprio per salutare questa stagione che sta, con un certo anticipo, lasciando spazio alla primavera, che ci donerà un tripudio di colori e sapori!

INGREDIENTI (x 5 o 6 persone)
Per la pasta
300 gr di semola di grano duro;
30 gr di cacao;
165 gr di acqua;
1 pizzico di sale.
Per il ripieno
700 gr di zucca gialla pulita;
350 gr di patate pulite;
1 cucchiaio di farina di castagne;
2 cucchiai di lievito alimentare;
1 cucchiaino di farina di lino;
noce moscata, cannella;
mezzo cucchiaino di curcuma;
un bel pizzico di salvia e rosmarino essiccati tritati;
sale.
Per il condimento
burro vegetale bio;
olio extravergine di oliva
salvia fresca;
noci leggermente tostate e spezzettate
olio alla curcuma
peperoncino secco.

PROCEDIMENTO
Per prima cosa impastiamo gli ingredienti per fare la pasta. Creiamo una palla liscia e mettiamo a riposare avvolta in pellicola trasparente.
Per il ripieno mettiamo la zucca già pulita e tagliata a fettine in una teglia da forno e inforniamo fino a quando non è morbida (circa 30 minuti a 200 gradi). Lessiamo le patate a cubetti. Quando le verdure sono cotte passiamole al passa verdure ed aggiungiamo gli altri ingredienti per il ripieno (sulla quantità di cannella regolatevi in base al vostro gusto).
Stendiamo la pasta in strisce sottili (penultima tacca della stendipasta) larghe circa 10 cm. Mettiamo un po’ di composto di zucca nella parte inferiore della sfoglia (lasciando però circa 1 centimetro e mezzo dal bordo) e distanziamo il ripieno di ogni singolo raviolo di circa 5 cm. Bagniamo il lato inferiore della sfoglia, ripieghiamola dall’alto verso il basso e cerchiamo di far uscire l’aria (si formeranno delle bolle). Tagliamo con la rotella per la pasta e formiamo i ravioli. Lessiamoli in abbondante acqua salata e intanto prepariamo il condimento di burro, salvia e noci e olio evo. Saltiamo nella padella i ravioli quando saranno pronti e serviamo con un rametto di timo fresco, olio aromatizzato alla curcuma e poco peperoncino essiccato.

E’ tardi per il panettone?

Lo so…è già tardi per pubblicare una ricetta del panettone, ma siccome sono arrivata solo adesso ad un risultato che mi soddisfa, la condivido ora. Male male lo farete il prossimo anno 🙂

Panettone tagliato(Panettone basso tagliato…e  mangiato!)

Confesso che la ricetta è un po’ lunghetta e che è quasi d’obbligo avere l’impastatrice. Però se la cosa non vi spaventa devo dire che quando ci si prende la mano non è poi così complicato.
Quindi ecco la mia ricetta per un panettone casalingo e tutto vegetale.

INGREDIENTI
Per il primo impasto:
100 g di farina Manitoba bio
100 ml di latte di soia (io ho usato Alpro che è leggermente dolce)
5 g di zucchero di canna integrale
6 g di lievito di birra fresco

Per il secondo impasto:
150 g di farina tipo 2 bio (ho provato con la 00 ma l’impasto è venuto più umido)
250 gr farina manitoba bio
200 gr di zucchero di canna chiaro
2 g di lecitina di soia
Scorza di un’arancia non trattata
145 ml di latte di soia tiepido
10 g di lievito di birra fresco
120 gr burro vegetale possibilmente bio
1/2 cucchiaino di curcuma

Per il terzo impasto
100 gr farina manitoba bio
1 pizzico di sale
120 g di uvetta sultanina (ammollata e infarinata)
100 gr mirtilli essiccati (ammollati e infarinati) oppure canditi a pezzetti, oppure altri 100 gr di uvetta.

PROCEDIMENTO
Innanzi tutto prepariamo il primo impasto, il cosiddetto “lievitino”. Sciogliere 6 g di lievito di birra fresco nel latte di soia tiepido, addolcito con 5 gr di zucchero di canna. Con un cucchiaio, mescolare il mix di lievito e latte con la farina manitoba fino ad ottenere una pastella; coprire la ciotola con pellicola trasparente e lasciar lievitare per un’ora in un ambiente tiepido e riparato da correnti d’aria. Io l’ho messo in forno con il programma lievitazione (35 gradi ma secondo me saranno stati al massimo 30). Se non lo avete potete metterlo in forno con la luce accesa.

12390991_1638156393104779_1809091932017589265_n(Lievitino già lievitato)

Mentre il primo impasto lievita portiamoci avanti con il secondo impasto preparando lo zucchero. Frulliamo lo zucchero di canna integrale con la lecitina di soia e la scorza di arancia.
Quando il primo impasto è lievitato, sciogliamo il lievito di birra nel latte di soia tiepido. Mettiamo il primo impasto nella ciotola dell’impastatrice. Aggiungiamo lo zucchero di canna tritato aromatizzato, il lievito disciolto, la farina di tipo 2, la curcuma e il burro vegetale a temperatura ambiente. Impastiamo per qualche minuto e poi aggiungiamo, poca per volta, la farina Manitoba. Impastare alcuni minuti (almeno 10) fino a che l’impasto risulterà omogeneo e molto appiccicoso. Copriamo la ciotola con un foglio di pellicola trasparente e lasciamo lievitare per tutta la notte (12 ore circa) sempre nel forno in modalità lievitazione.

12390876_1638279109759174_2014973271639530075_n(Secondo impasto lievitato)

La mattina seguente facciamo il terzo impasto. Mettiamo in ammollo l’uvetta e i mirtilli essiccati in acqua tiepida per dieci minuti (volendo si possono ammollare nel vin santo). Rimettiamo la ciotola dell’impasto sotto l’impastatrice ed uniamo gli ultimi 100 gr di farina e un pizzico di sale. Facciamo lavorare per circa 10 minuti. Quando la farina sarà incorporata uniamo la frutta secca strizzata dall’acqua di ammollo e successivamente infarinata.

12391825_1634662150120870_338392237559338798_n(Terzo impasto)

Lasciamo che l’impastatrice lavori qualche minuto tutti gli ingredienti. Poi rovesciamo la pasta sulla spianatoia infarinata.

Impasto Panettone

La pasta a questo punto sarà morbida ma non appiccicosa. Allunghiamola due o tre volte e ogni volta chiudiamola a libro per dare delle pieghe. Alla fine dobbiamo formare una palla (se cercate su youtube trovate dei video sulla cosiddetta “pirlatura” che è il metodo con cui si fa questa palla) e riporla nello stampo da panettone, quello di carta. Io ho usato sia lo stampo alto che quello basso. Forse con quello basso il risultato (lo vedete nella foto di copertina) è più sicuro quindi per la prima volta vi consiglio quello.

Nello stampo    10368479_1638279126425839_3049961968222775880_n(Nello stampo alto e nello stampo basso)

Lasciamo lievitare, sempre dentro il forno con la lucina accesa, per circa tre ore o fin a quando l’impasto arriva fino al bordo dello stampo.

12345461_1634661946787557_3330471996502685084_n   12321305_1634661880120897_2396975254623251998_n   12360024_1634661846787567_8389576763006962701_n(Fasi della lievitazione)

Quando è bello gonfio togliamo il panettone dal forno e preriscaldiamo a 200°C. Intanto spennelliamo delicatamente con poco latte di soia la superficie. La tipica croce del panettone l’ho fatta solo una volta ma devo dire che ho preferito le versioni in cui non l’avevo fatta. Sperimentate e fatemi sapere come vi trovate meglio.
5 minuti prima di infornare abbassiamo a 180 gradi. Spennelliamo la superficie con un po’ di latte di soia e cuociamo il panettone prima per 10 minuti, poi abbassiamo la temperatura a 170°C e proseguiamo per altri 40 minuti. In totale deve cuocere 50 minuti.
Il mio panettone ha cotto bene mettendolo nel ripiano medio del forno. Sulla parte più bassa non mi si è cotto. Anche qui dovete vedere voi come si comporta il vostro forno. Verso la fine della cottura se vedete che diventa troppo scuro potete coprirlo con della carta forno.

12376427_1637281376525614_7768900143988160422_n(Panettone alto appena sfornato)

Se abbiamo un termometro per misurare gli alimenti possiamo usarlo per capire se il panettone è cotto: la temperatura deve essere 92-93 gradi (io non l’ho usato però). Trascorso il tempo di cottura togliamo il panettone dal forno e lasciamolo intiepidire a testa in giù, mettendo dei ferri da calza o degli spiedini lunghi alla base del panettone. Mettiamolo così infilzato appeso dentro una pentola o un grosso scolapaste (quello dell’IKEA) come ho fatto io…metto la foto perché non è facile spiegarlo a parole 🙂

12342355_1634661776787574_6934762427286149420_n(Panettone infilzato per farlo raffreddare)

Quando è freddo si può mangiare, volendo accompagnandolo con della crema all’arancia, dei fiocchetti di cioccolato, della panna vegetale, con una bagna di vin santo e liquore all’arancia oppure semplice, come vuole la tradizione .

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Quasiliberi “Al Matassino – La trama del gusto”

È bello quando nascono delle collaborazioni. Ancora di più, secondo me, quando tali collaborazioni permettono di far avvicinare qualcuno ad un’idea a cui tieni.
Con il Ristorante “Al Matassino – La trama del gusto” è successo un po’ questo, perché oltre al menu tradizionale che caratterizza il locale, hanno deciso di aggiungere alcuni piatti completamente vegetali, ed hanno chiesto a me di studiare delle ricette per loro.
Dopo aver visionato la carta, per capire lo stile che avrebbero adottato, ho condiviso con loro alcune delle mie ricette in modo che chiunque voglia cenare al ristorante e consumare un pasto tutto vegetale, abbia la possibilità di scegliere un antipasto, un primo, un secondo ed un dessert, senza doversi raccomandare per farsi togliere questo o quello dai piatti proposti dallo chef. Per contraddistinguere questi piatti abbiamo anche ideato il logo che vedete qui sotto.
Logo QuasiLiberiVeg
Diciamo che è il ristorante ideale per le coppie miste, fatte di onnivori e vegani (per le coppie miste consiglio anche il Konnubio a Firenze).
Tra le cose che mi hanno portato ad accettare con entusiasmo questo incarico, c’è stato anche il concept dell’ambiente, perché se dovessi fare un ristorante mio lo farei esattamente così: una sala con un grande tavolo centrale in cui ci si può sedere ed incontrare e conoscere altre persone. Un posto dove, volendo, si può andare a mangiare da soli, perché tanto con chi fare due chiacchiere si trova. Insomma, una tavola conviviale in cui riscoprire il gusto non solo del cibo ma anche della compagnia.
Per me è stata davvero una bella esperienza perché ci siamo vicendevolmente scambiati conoscenze e competenze, oltre a qualche ora di simpatia e divertimento sfornellando tutti insieme.
brigata
Fatemi sapere quando andrete a provare questo ristorante e soprattutto dite che ve l’ho consigliato io 😛

Crema di zucca gialla con polentina di castagne

Come promesso pubblico un’altra ricettina a base di zucca gialla, il mio ortaggio preferito  autunnale (avevo già pubblicato quella della Crema dolce d’autunno in cui c’è la zucca) . Vi assicuro che l’abbinamento con la polenta di castagne è davvero azzeccato, provare per credere!!!
12141761_1621739261413159_6886137243141694808_nINGREDIENTI
– 800 g di zucca gialla pulita
– 1 cipolla dorata
– 1 patata di media grandezza
– 1 bicchiere di farina di castagne
– 2 bicchieri di acqua
– 1 pizzico di cannella
– 2 cucchiai di semi di zucca
– Olio extravergine di oliva
– Fiori di finocchio selvatico
– sale marino integrale
– pepe nero

PROCEDIMENTO
Innanzi tutto prepariamo la polentina di castagne: mettiamo i due bicchieri di acqua sul fuoco e appena raggiunge il bollore aggiungiamo un pizzico di sale. Versiamo la farina di castagne e un pizzico di finocchietto e cuociamo per circa 5 minuti fino a che non abbiamo una polentina bella densa. Versiamo il composto in un contenitore rettangolare e appena unto e mettiamo a raffreddare.
Soffriggiamo la cipolla in poco olio e quando inizia ad ammorbidirsi uniamo la zucca tagliata a pezzetti e privata della buccia e la patata sempre a dadini. Saliamo e quando riprende a soffriggere aggiungiamo dell’acqua bollente. Far cuocere fino a che zucca e patata non sono ben cotte. A questo punto frullare il tutto con il frullatore ad immersione e aggiustiamo di sale.
Tagliamo a dadini la polentina raffreddata che deve risultare abbastanza morbida (si deve schiacciare facilmente tra il palato e la lingua).
Serviamo mettendo in un piatto fondo la crema di zucca, al centro i dadini di polenta, spolveriamo con poca cannella e pepe nero, decoriamo con i semi di zucca leggermente tostati e dei fiorellini di finocchio selvatico.
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Zucca zucca delle mie brame…

Ormai l’autunno si è affermato e i colori e i sapori sulle nostre tavole cambiano. Abbiamo bisogno di calore, morbidezza e dolcezza e sentiamo meno l’esigenza delle note asprigne e fresche. Per questo alcune persone (come me, per esempio) considerano la zucca gialla l’ortaggio prediletto di questa stagione.
zucca2Bella, soda, vivace e durevole, la zucca gialla, nelle sue molte varietà, è per me un vero e proprio extra regalo della Natura. È come un dono inaspettato, un pacco con un bel fiocco da aprire anche in assenza di un’occasione particolare, “solo” per celebrare la vita (ho detto poco!).
A parte le caratteristiche estetiche della zucca che la rendono, come dicevo, un ortaggio eccezionale, quello che mi piace di questa verdura è che a fronte della sua dolcezza e della sua ricchezza di sapore, che rende numerosi piatti particolarmente ghiotti (basta pensare alla crema di zucca, al risotto, alle polpette o anche la zucca in forno con aglio e rosmarino), corrisponde un alimento molto ricco di nutrienti, digeribile e leggero.
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La zucca è infatti ricca di fibre, di vitamine (A, C) e minerali (calcio e potassio). Povera di grassi e zuccheri e quindi poco calorica (circa 15-18 kcal per 100 gr). Alla zucca, grazie alle sue caratteristiche, vengono attribuite varie proprietà tra le quali:
combattere insonnia, ansia e stress;
prevenire malattie cardiache tanto che viene considerata un ortaggio salva cuore grazie al beta-carotene e agli Omega-3;
contrastare colite e stitichezza perché, come già detto, ricca di fibre;
rinforzare capelli, unghie e pelle.
Va ricordato poi che i semi della zucca sono utilizzati da sempre come potenti vermifughi perché portano al distaccamento dei parassiti dalle pareti intestinali e ne facilitano l’espulsione.
Infine anche la buccia della zucca, che quasi tutti scartano, è in realtà commestibile (io la zucca con la buccia l’ho mangiata per la prima volta a Plum Village in Francia ed era buonissima!) e recenti studi hanno scoperto che contiene proteine che ostacolano il proliferare di batteri e funghi, cosa che la rende interessante come “antibiotico” naturale.
Zucca1
Un altro aspetto affascinante della zucca è che a questo frutto sono legate varie storie e leggende. Sicuramente una delle più carine (anche se a me fino ad ora sconosciuta) è quella che la lega alla festa di Halloween. La famosa Jack-o’-Lantern nasce da una vecchia storia irlandese (quanto mi piace l’Irlanda!!!) in cui il protagonista è un uomo di nome Jack, noto per essere un grande bevitore (era irlandese, come poteva essere altrimenti!). A questo link trovate tutta la storiella che vi potrebbe far piacere leggere.
Zucca jack-o-lantern
La zucca poi è sempre stata considerata, sia in Oriente che in Occidente, strumento di connessione con il mondo dei morti e mezzo per l’ascesa nel regno dei cieli, tanto che ne sono stati ritrovati dei semi dentro antiche tombe nella regione di Wurttemberg (vicino a Stoccarda).
E poi come non pensare alla zucca di Cenerentola che diventa una bella carrozza?
Insomma, la zucca è davvero una benedizione, ricca di gusto non solo per il palato ma anche per la fantasia. Vi invito quindi ad utilizzarla (la zucca…ma anche la fantasia :D) e magari a condividere le vostre ricette 🙂

Showcooking e altre avventure a tavola…

E’ arrivato l’autunno e con il cambio di stagione arrivano anche nuove idee. Questa volta ho organizzato un corso-degustazione in cui oltre a cucinare piatti completamente vegetali, spiegherò come preparare un menù #tuttovegetale che potrete riproporre a casa visto che vi lascerò le dispense con le ricette di ciò che assaggeremo.
Molte persone ancora pensano che se non c’è la carne (o il pesce) in tavola, il pasto non sia completo, ma vi assicuro che non è così. Ci possiamo sentire completamente soddisfatti, in pace con il mondo e assumere tutti i nutrienti anche (anzi, direi SOPRATTUTTO) con un menù che esclude cibi di origine animale.

Locandina web 23 10 2015

Chi ci ospiterà il 23 ottobre sarà Casaristobar, un laboratorio e cucina didattica ma non solo…la definirei una fucina di sogni e rifugio di sognatori. Grazie!
tavolo casaristobar
Per ulteriori informazioni contattatemi via Facebook o tramite i riferimenti sul volantino 🙂