Panzanella croccante

La panzanella è una ricetta che amo profondamente. E’ una cosa così viscerale che infatti quando ero incinta alla fine della mia gravidanza (giugno-luglio) non passava giorno in cui non mi facessi un bel piatto di panzanella che profumava di basilico.
Ad alcuni però (non toscani, devo dire la verità), la consistenza della panzanella non piace. Ho pensato così di utilizzare gli ingredienti di questo piatto della cucina della mia terra per dare vita a qualcosa di diverso. Di seguito vi metto la ricetta, ma senza dosi, perché non si è mai vista una panzanella in cui siano indicati i grammi di pomodoro o di pane!!!

INGREDIENTI
Pane casalingo
Pomodorini datterini
Cipolla rossa
Cetriolo
Mezzo bicchiere scarso di acqua
1 cucchaino di agar agar
Basilico
Aceto bianco (più aceto balsamico)
Sale
Olio extravergine Oliva (più olio per friggere)

PROCEDIMENTO
Tagliare il pana a fette e poi a cubetti di circa un centimetro e mezzo per lato. Mettere il pane in una teglia, salare e condire con olio EVO.
Tagliare a metà i datterini, metterli in una pirofila di ceramica, aggiungere un po’ di sale, olio e un po’ di aceto balsamico.
Mettere pane e pomodori in forno e cuocerli finchè il pane non è croccante ed i pomodorini non si sono un po’ asciugati.
Mettere l’acqua in un pentolino e sciogliere il cucchiaino di agar agar in polvere. Accendere il fuoco e portare a bollore mescolando ogni tanto. Intanto frullare il cetriolo.  Quando l’agra agar si è sciolto (un minuto circa dal bollore) aggiungere il frullato di cetriolo e un po’ di aceto bianco (a seconda dei gusti). Portare a bollore e appena bolle spegnere. Versare in un contenitore rettangolare e far freddare, prima a temperatura ambiente e poi in frigo.
Ingredienti panzanella

Tagliare le cipolle a fette di mezzo centimetro. Grigliarle in una piastra di ghisa.
Friggere le foglie di basilico in olio di semi e metterle ad asciugare su un foglio di carta assorbente.
Quando tutti gli ingredienti sono pronti possiamo assemblare il piatto. Mischiamo il pane con i pomodori e condiamo con un po’ di aceto bianco e altro olio. Mettiamo nel centro del piatto e disponiamo sopra il pane le cipolle ad anelli e la gelatina di cetriolo tagliata a cubetti. Decorare poi con la foglia di basilico.

Video ricetta – Seitan in agrodolce

Finalmente abbiamo finito di montare il video della nuova ricetta e quindi eccolo qua sotto!

Vi riporto anche la ricetta così potrete provare a farla. Fatemi sapere se vi piace e come vi è venuta 🙂

INGREDIENTI
– 350 g di seitan
– 2 cucchiai di farina e 1 cucchiaio di amido di mais
– 80 g di salsa di soia diluita con 30 gr di acqua
– 3 cipolle chiare
– 1 bel peperone rosso
– mezzo ananas
– 2 cucchiai di semi di sesamo tostato
– 1 cucchiaino di curcuma
– 1 cucchiaio di zucchero di canna
– olio extravergine
– sale

PROCEDIMENTO
Iniziamo preparando il seitan. Lo tagliamo a tocchetti e lo mettiamo in un recipiente. Mischiamo farina e amido di mais e infariniamo i pezzetti di seitan. Poi ci versiamo la salsa di soia e lasciamo marinare qualche minuto.
Mentre il seitan si insaporisce tagliamo l’ananas a pezzetti e lo mettiamo da una parte. Poi puliamo le cipolle e tagliamo anche questi a pezzi abbastanza grossi. Facciamo lo stesso anche con il peperone che puliremo e taglieremo in quadrati.
Quando abbiamo tutti i nostri vegetali pronti, versiamo in un tegame, io ho usato il wok, abbondante olio di oliva (sarà circa mezzo bicchiere) e mettiamo a rosolare i pezzetti di seitan cercando di distanziarli uno dall’altro affinché non si appiccichino.
Quando abbiamo cotto tutto il seitan nello stesso ilio in cui lo abbiamo cotto ci versiamo prima le cipolle e le facciamo rosolare pochi minuti. Poi aggiungiamo i peperoni e li facciamo cuocere 5 minuti, coprendo con il coperchio. Considerate che devono rimanere comunque abbastanza sodi. Infine aggiungiamo l’ananas. Saltiamo pochi minuti ed infine aggiungiamo il seitan, il sale, la curcuma e per ultimo lo zucchero. Lasciamo cuocere ancora un minutino e il nostro piatto è pronto.
Possiamo servirlo con del riso bianco e cospargere con i semi di sesamo.

Microrganismi effettivi: cosa sono e perché farseli

L’autoproduzione è un concetto che mi ha sempre affascinato. Pensare di poter fare molte cose da sé, ma soprattutto sapere come queste cose siano fatte, genera un rapporto speciale ed intimo con quello che nel mercato viene definito “prodotto” ma che nel caso dell’autoproduzione potrebbe essere chiamato “creatura” (più esaltante no?).
Tra le “creature”, istintivamente, viene naturale metterci le piante dell’orto o del frutteto da cui ricaviamo del cibo (io per esempio ogni tanto ci parlo visto che sono esseri viventi). Però da poco tempo ho scoperto che volendo potrei anche parlare con i miei detersivi, detergenti e concimi (e infatti lo sto già facendo 🙂 ). Di cosa sto parlando? Dei microrganismi effettivi, una tecnologia tutta naturale che utilizza il lavoro di miliardi di microrganismi per svolgere varie funzioni. È stato il giapponese (tanto per cambiare) Teruo Higa che ha studiato e sviluppato questa tecnica. Secondo alcuni però l’utilizzo dei microrganismi e dei fermentati era diffuso da millenni in paesi come la Thailandia e sarebbe stato Buddha in persona a diffondere tale pratica (wow!!!) e io vi parlerò proprio di questo metodo più tradizionale.
Comunque tornando a me: mia madre mi parla di questi microrganismi e come sempre l’ho snobbata (scusa mamma, lo sai che poi ti seguo 🙂 ). Mentre ero a casa sua ha iniziato a leggere gli utilizzi di una crema a base di microrganismi e altri ingredienti (tra cui l’avocado mi pare) e praticamente serviva per tutto: da lavarsi i denti, a idratare la pelle del viso a lavare il lavandino, e l’immagine di me che la mattina mi sveglio, mi spalmo la pappa fermentata sulla faccia, la metto nello spazzolino e mi ci lavo i denti e poi la prendo e la uso per pulire il lavandino del bagno mi ha incuriosito. Quindi mi sono fatta dire quali erano i gruppi FB che che stava seguendo e che spiegavano questa cosa e mi sono iscritta. Mi si è aperto un mondo di barattoli e secchielli pieni di limoni, mele, ananas, fiori di acacia e sambuco e foglie di ortica e rosmarino che si trasformano di giorno in giorno mostrando la loro evoluzione, le loro “ricottine” e “ragnatele”. E allora anche io dal 1 maggio ho alcuni barattoli di roba che sta fermentando aspettando di essere abbastanza matura per essere utilizzata sia per pulire, ma anche per nutrire le mie piantine dell’orto e santificare l’acqua e l’aria.
limoniIl meccanismo come funziona? Praticamente si deve mettere a fermentare un vegetale (frutta, verdura, fiori o foglie commestibili) in acqua e miele oppure zucchero integrale. Il tutto va messo in un grande vaso di vetro o di plastica (niente metallo neanche per girare) in cui si farà fermentare per almeno quattro mesi. Durante il processo di fermentazione si creeranno all’inizio delle bolle, poi delle specie di muffette o robe strane. Ecco, durante il primo mese tutte queste cose vanno spinte verso il basso in modo che i microrganismi se ne cibino. Per capire che tutto sta andando bene e che non state facendo una schifezza bisogna tenere sotto controllo l’odore: se è inizialmente alcolico e poi acetico va bene, se inizia a puzzare di morte vuol dire che qualcosa è andato storto :/ . Dopo i quattro mesi di fermentazione e comunque quando il liquido è limpido e la frutta/verdura rimane da sola immersa nell’acqua senza galleggiare, si può iniziare ad utilizzare la “creatura”. Questa andrà diluita in acqua per una serie di operazioni quali lavare i vetri, pulire tutte le superfici lavabili, spruzzare per sanificare aria e mandare via cattivi odori, combattere la polvere in casa, lavarsi i denti, combattere parassiti di piante e animali ecc…
Se però vogliamo spingerci oltre possiamo invecchiare il nostro fermentato. In questo caso lo mettiamo a riposare per almeno un anno. Più invecchia più si potenzia per cui i fermentati di sette anni sono delle vere e proprie bombe curative (sempre secondo chi utilizza questa tecnologia, io ho appena iniziato quindi non posso testimoniare in prima persona). L’idea di mettere in “cantina” una medicina per i disturbi di domani mi piace un sacco e quindi se il percorso di quattro mesi di fermentazione va bene preparerò anche qualche boccetta da invecchiamento.
Papavero
Vi ho riassunto veramente in modo conciso come si preparano i microrganismi e per che cosa si utilizzano, ma via via che li proverò vi terrò aggiornati sugli sviluppi. Se poi avete domande non esitate a contattarmi e cercherò di rispondere nel modo più esaustivo possibile, facendo affidamento sulla mie preziose fonti 🙂

Ringraziamenti ai gruppi Facebook:
“FERMENTI AMO* Microrganismi” https://www.facebook.com/groups/1601994053358133/
“Microrganismi effettivi panacea universale” https://www.facebook.com/groups/143859002440406/